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L'UOMO SENZA PAURA

 

N° 62

 

NEMICI NELL’OMBRA

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

Notte a New York. Una figura si aggira nelle ombre di un ufficio vuoto e raggiunge una parete a cui è appeso un quadro.

-Ah… ecco, finalmente.- mormora.

            Allunga una mano che scompare dentro la parete e poco dopo il quadro gira su se stesso rivelando il vano di una cassaforte. L’intruso ne estrae delle carte che esamina rapidamente alla luce lunare.

-Molto bene.- commenta.

            In quel momento il cono di luce di una torcia elettrica lo investe e una guardia si mostra nel vano della porta.

-Fermo dove sei, chiunque tu sia.- intima.

            L’intruso avanza verso la guardia che ripete:

-Fermo o sparo.-

            L’intruso non se ne dà pena e continua ad avanzare mentre il suo ampio mantello svolazza.

            La guardia innervosita spara più volte ma i proiettili passano attraverso l’intruso come se fosse una specie di fantasma.

-Sta… sta indietro.-

            L’altro non si ferma e raggiunge la guardia toccandola con la mano destra. L’uomo s accascia al suolo di colpo.

-Mi spiace.- dice l’intruso rivolto alla sua vittima con tono che non sembra molto dispiaciuto –Hai avuto la sfortuna di incontrare sulla tua strada il Seminatore di Morte.-

            Con un balzo supera il cadavere davanti a lui e si allontana rapidamente.

 

            Quando arrivo sul luogo del delitto il posto è ancora pieno di poliziotti. Quelli della scientifica hanno appena finito e stanno risalendo sul loro furgone.

            Un poliziotto in uniforme mi blocca proprio davanti all’ingresso del palazzo.

-Vietato entrare amico.- mi dice.

-Sono Ben Urich del Daily Bugle.- ribatto –La stampa ha il diritto di…-

-Lascia stare i diritti della stampa, Urich.- mi apostrofa una voce che ben conosco.

            Ora ho la conferma che la faccenda è seria, altrimenti perché si sarebbero mossi addirittura il Tenente Terenzio Oliver Rucker e il suo braccio destro, il detective Connor Trevane, dell’Organized Crime Control Bureau del Dipartimento di Polizia della Città di New York?

-Che sta succedendo Rucker?- insisto –Dammi qualcosa, sai di poterti fidare di me.-

            L’anziano detective la cui faccia ricorda un Jerry Lewis triste sospira.

-Di te, forse… ma del tuo editore?-

-Lascia stare Jonah e dimmi quel che puoi.-

-Una guardia giurata morta, una cassaforte svuotata. È accaduto nell’ufficio di Rosalind Sharpe. Immagino tu sappia chi è.-

-E chi non lo sa? So anche che è scomparsa da una settimana.[1] Questa faccenda ha a che fare con lei?-

-E chi lo sa? Non sappiamo nemmeno cosa sia stato rubato dal suo studio ma la Sharpe era l’avvocato di Kingpin e non si può escludere un collegamento. Nel dubbio, mentre i federali indagano sul suo rapimento, noi ci occupiamo di questo caso.-

-E il guardiano notturno? Come è morto?-

-È… è morto… non so dirti altro per ora.-

-Magari morto di paura… è stato Mister Fear ancora una volta?-

            Rucker scuote la testa.

-Non… non credo… ma, a dire il vero, non sono sicuro di nulla.-

            Fa per andarsene, poi si gira e mi punta contro un dito.

-Se leggo una sola riga di tutto questo sull’edizione online del Bugle, ti converrà non venirmi più vicino per un bel pezzo Ben.-

            E che potrei scrivere? Le uniche cose certe sono che qualcosa è stato rubato e un guardiano notturno è morto. Praticamente nulla. Tuttavia un collegamento con la scomparsa di “Razor” Sharpe deve esserci ed ho la sensazione che siamo solo all’inizio.

 

            È dal notiziario di mezzogiorno che apprendo la notizia. Non che dicano molto ma è abbastanza per farmi riflettere. Quello che posso dire di Rosalind Sharpe, detta Razor, è che non mi è mai stata molto simpatica, ma anche se è spietata e disposta a tutto per vincere, è pur sempre la madre del mio miglior amico e dovrei fare qualcosa per ritrovarla. Nessuno osa ancora dirlo ma un’organizzazione come quella del cosiddetto Teschio Rosso degli anni 50 non ha alcun interesse a tenerla prigioniera così a lungo, è molto probabile che sia stata uccisa dalla donna che ne ha preso il posto e che prima o poi il suo cadavere salti fuori. Tuttavia finché non si troverà corpo io mi comporterò come se fosse ancora viva, lo devo a Foggy.

            Esco dal mio ufficio battendo il mio bastone bianco davanti a me recitando la parte del comune cieco. Nel corridoio distinguo varie voci tra cui quelle dei miei detectives: Willie Lincoln e Dakota North.

            Willie è un vecchio amico, un ex detective di colore della Polizia che ha perso la vista per colpa di una granata. Quanto a Dakota North… cosa siamo l’uno per l’altra è ancora oggetto di dibattito.

-Matt.- il battito di Dakota balza improvvisamente e così tutti gli altri suoi segni vitali.

-Dakota…Willie.- saluto entrambi

-Io devo scappare, Bernie Rosenthal aspetta il mio rapporto sul Caso Truscott,- dice Willie e si allontana.

            Buon vecchio Willie… probabilmente pensa di farci un favore lasciandoci da soli. Ha intuito cosa c’è stato tra noi sebbene almeno io non abbia detto nulla. L’ho detto che è in gamba no?

-Dakota io…-

-No Matt… non dire nulla.- replica lei poggiando un dito sulle mie labbra –Qualunque cosa ci sia tra te e la Vedova Nera non m’interessa, non sono affari miei. Siamo stati a letto insieme, è vero, ma siamo entrambi adulti e sapevamo quel che facevamo. Non ci siamo scambiati promesse no? Tutto resta come prima.-

            Mente, lo capisco immediatamente ma in ogni caso non so cosa dirle. Matt Murdock, nei panni di Devil sarai anche un supereroe vincente, ma la tua vita privata è un disastro.

 

 

2.

 

 

            Terenzio Oliver Rucker ha sempre odiato presenziare alle autopsie e si è sempre fatto vivo col Medico Legale solo a cose fatte. Ora che è tenente la cosa è ancora più semplice: può facilmente mandare qualcun altro. A volte, però, certe cose bisogna farle di persona.

-Allora, dottoressa…- si rivolge senza preamboli alla donna davanti a lui vestita del familiare camice verde -… di che è morto quel poveretto?-

-Beh…- la donna sembra davvero imbarazzata -… è morto, è tutto quello che posso dire.-

-Come sarebbe? Qualcosa l’avrà pure ucciso.-

-Tutto quello che posso dire è che il suo cuore si è fermato ma non sembra esserci una causa evidente del perché.-

-Questo… è impossibile.-

            La dottoressa ride.

-Impossibile? Un giorno dovremo fare una bella chiacchierata sulle morti impossibili su cui quest’ufficio ha lavorato.-

Ok… ho capito l’antifona. Quindi qual è il verdetto: ha avuto un comune attacco cardiaco o è stato ucciso?-

-Non ho elementi per stabilirlo con certezza. Diciamo che è morto per cause sconosciute.-

            Rucker emette un sordo brontolio, poi saluta la dottoressa ed esce assieme a Connor Trevane.

-Che facciamo adesso?- chiede quest’ultimo.

-Ce ne torniamo alla Centrale e cerchiamo di riordinare le idee.- risponde Rucker -C’è di mezzo un superumano, uno capace di uccidere senza lasciare traccia, ci scommetto la pensione.-

-Forse dovremmo passare il caso al F.B.S.A. dopotutto è connesso ad un’indagine federale e noi di casi ne abbiamo già parecchi.-

-Col cavolo. Ormai voglio andare fino in fondo ad ogni costo.-

 

            Il Consolato della Federazione Russa si trova al numero 9 della 91° Strada Est non molto distante da Central Park. Quando entriamo sento chiaramente che tutti gli sguardi si appuntano su d noi. Potrei chiedermi se è perché hanno riconosciuto Natasha o solo perché è una donna di notevole bellezza ed eleganza. Non che io abbia molto da dire su entrambe le cose.

            Il funzionario che ci riceve mostra una certa freddezza.

-Non era necessario che portasse un avvocato per queste formalità.- le dice in Inglese.-

-Non ero sicura che mi avreste lasciata uscire di qui visti i miei rapporti col Governo ultimamente.- ribatte la Vedova Nera –E poi Mr. Murdock è un caro amico, mi fa piacere che sia qui con me.-

-Non capisco cosa intende. Il Presidente è un suo ammiratore e lei è sempre la benvenuta nella Rodina[2] gospozha Shostakova.-

            Pronuncia le ultime parole in Russo ma non ho bisogno di traduzione. Quel che è chiara è la reazione di Natasha a sentirsi chiamare con quel nome. Forse non lo dà a vedere ma per me è evidente quanto la colpisca.

-Non ho avuto quest’impressione l’ultima volta… e il mio cognome è Romanova. Ma lasciamo perdere queste sciocchezze.- ribatte Natasha –Mi dica solo dove devo firmare.-

            L’uomo le porge dei fogli che lei firma. Sento il suo cuore battere furiosamente mentre lo fa. Non è una cosa facile per lei, lo capisco bene,

            Il funzionario si alza in piedi e dice:

-Il divorzio dovrebbe essere formalizzato in meno di un mese. Credo che… Gospodin Shostakov firmerà immediatamente. -

-Francamente non m’interessa. Mi basta che firmi e la facciamo finita.-

            Usciamo dall’edificio e Natasha si appoggia al mio braccio.

-Portami a casa, Matt.- mi sussurra –E non lasciarmi sola per favore.-

            Forse commetto un errore ma davvero non posso lasciarla sola adesso.

 

            Il crepuscolo cade su Manhattan. Già dalle cinque del pomeriggio gli uffici hanno cominciato a svuotarsi e sono in pochi quelli che rimangono oltre l’orario di lavoro. Quest’uomo, ad esempio, un avvocato dello studio Sharpe & Associati che sta finendo di lavorare ad una pratica che deve essere pronta l’indomani. Gli avvocati fatturano ad ore ed il cliente pagherà una lauta parcella. Forse il nostro amico avvocato doveva essere meno avido.

            Sta apprestandosi ad uscire quando sente alle sue spalle una voce:

-Ti capita spesso di lavorare sino a tardi, Brad?-

            È una voce spaventosa, impossibile dire se appartenga ad un uomo o una donna, sembra venire dall’oltretomba.

            Bradley Milton ha paura a girarsi e quando lo fa, nel vedere la figura vestita di scuro sulle cui spalle è drappeggiato un ampio mantello ed il cui volto è celato da una maschera nera e da un cappello a larghe tese non può che esclamare:

-Non è possibile… tu sei morto… morto!-

            L’intruso si lascia scappare una risata mentre avanza verso di lui e dice:

-La morte non è certo un ostacolo per chi ne è il Seminatore.-

            Milton è paralizzato dal terrore e quando finalmente riesce a muoversi è ormai troppo tardi: la sinistra figura lo tocca e con un grido strozzato lui si accascia al suolo mentre il suo cuore cessa di battere.

 

 

3.

 

 

            Il tono del tenente Rucker è lapidario:

-Non è un incidente… non è suicidio… è omicidio.-

            Connor Trevane e quelli del team C.S.U. lo guardano perplessi.

-Beh, che c’è?- replica lui -Non avete mai visto “La fiamma del peccato”? È una delle battute migliori. Aspettavo da tempo un’occasione per dirla.-

-Quindi, Terry…- gli disse il capo dell’unità C.S.U. detective Peter Suschitziky -… sei convinto che i due casi siano collegati?-

-E tu no Pete? Due uomini muoiono apparentemente senza motivo nello stesso studio legale ad una notte di distanza l’uno dall’altro. Ora… o tu mi convinci che c’è una specie di epidemia di attacchi cardiaci che colpisce chi si trattiene qui dopo il tramonto o è chiaro che lo stesso assassino ha ucciso, non so come, entrambi.- Rucker si rivolge a Trevane –Sappiamo a cosa stava lavorando la vittima? Qualcosa di collegato a Kingpin o cose simili?-

-Questo è il bello.- risponde il detective –Milton non si occupava di casi penali, il suo campo erano i grandi patrimoni e il diritto tributario.-

-Stando all’esame preliminare del suo computer…- intervenne il detective Cassio Affleby -… l’ultimo file esaminato riguardava un certo fondo fiduciario Sterling.-

-Sterling… Sterling.- borbotta Rucker –Questo nome mi dice qualcosa ma non riesco a mettere a fuoco.-

            In quel momento arriva un giovanotto sui trent’anni circa ben vestito e dall’aria nervosa.

-Sono Timothy Byrnes.- si presenta - e beh… quello che è accaduto è increscioso, certo… ma… ecco… quando potremo avere di nuovo accesso agli uffici sigillati ed ai file di Mrs. Sharpe? Abbiamo un lavoro da fare e...-

-E non me ne frega niente.- ribatte Rucker –L’accesso a questi uffici è interdetto a chiunque finché non decideremo che abbiamo finito con loro e se lei o qualcun altro si azzarda ad oltrepassare il nastro giallo, lo sbatto a Ryker’s Island prima che possa dire: “Ahi”, sono stato chiaro?-

-Chiarissimo, ma protesto per questo tono intimidatorio. Sono un avvocato e so bene che…-

-Di tutto quel che sa mi interessa una cosa sola: che può dirmi del Fondo Sterling?-

-Sterling? Temo di non poterla aiutare.-

-Già, lo immaginavo. Sia chiaro che non finisce qui, però.-

            I poliziotti se ne vanno e Timothy Byrnes si ferma a riflettere. Se qualcuno ha preso di mira lo studio bisogna prendere delle contromisure e lui sa a chi rivolgersi.

 

            Quando il buio cala sulla città io mi ritrovo solo in redazione come al solito. Un giorno o l’altro Doris chiederà il divorzio ed io la capirò,

            Sto prendendo un bicchiere d’acqua quando sento una corrente d’aria provenire da una finestra alle mie spalle, una finestra che dovrebbe essere chiusa.

-Un’altra delle tue visite a sorpresa, Matt?- dico con apparente tranquillità.

-Temo che tu mi abbia confuso con qualcun altro, Urich.- dice una voce che non conosco anche se ha qualcosa di familiare.

            Mi giro di scatto e mi trovo di fronte un uomo che indossa il vecchio costume nero dell’Uomo Ragno. So chi è.

-Spiacente di averti fatto paura.- dice ancora ma il suo tono non sembra affatto dispiaciuto.

-Beh… almeno non sei Bullseye o Elektra.- ribatto cercando di sembrare disinvolto –Tu sei…-

-Mi chiamano Ragno Nero.-

-E dicono anche che sei il fratello cattivo dell’Uomo Ragno.-

-Chissà… magari hanno ragione. Ma veniamo al dunque: sto cercando informazioni.-

-Tanto per cambiare. Tu, Devil, l’Uomo Ragno e anche qualche cattivo mi avete preso per la bocca della verità. Che vorresti sapere?-

-Che ne sai di certi Sterling di Riverdale?-

-Sterling… l’unica famiglia Sterling che conosco è di antica data, tra le prime famiglie inglesi a stabilirsi nello Stato di New York. L’ultimo rampollo era uno scienziato, Philip Wallace Sterling, che si mise un costume e si fece chiamare lo Sterminatore. Aveva inventato un congegno per il dislocamento temporale, qualunque cosa voglia dire, e lo usò per commettere dei crimini. Si scontrò con Devil e fu investito dai raggi emessi dalla sua macchina che esplodeva.[3] L’incidente lo mise in una strana condizione: era fuori fase rispetto al mondo normale e questo gli permetteva di essere immateriale, passare attraverso i muri e cose del genere ma poteva restare nel nostro mondo solo poche ore alla volta. Si costruì un dispositivo innestato nei guanti che gli permetteva di uccidere con il tocco, si confezionò un nuovo costume e si fece chiamare Seminatore di Morte.-

-Mi ricordo di lui, ma se non sbaglio è morto durante uno scontro con Devil.-

-Sì: ebbe il cattivo tempismo di solidificarsi mentre attraversava una pietra tombale.[4] Un po’ di tempo dopo, sua madre, Elizabeth Dawes Sterling ebbe l’idea folle di vendicarlo attirando Devil nella villa di famiglia a Riverdale, nel North Bronx dopo che l’aveva trasformata in una vera trappola mortale che si attivò subito dopo che anche lei morì-[5]

-Capisco. Quindi non rimane più nessuno Sterling?-

-Non proprio. C’era una sorella minore di Philip, mi pare si chiamasse Mary Elizabeth, ma era partita per l’Europa anni fa e nessuno ne ha più saputo niente anche se qualche tempo fa qualcuno ha pagato una mezza fortuna per ricostruire Villa Sterling.-[6]

-Molto interessante, grazie.-

-Ora si può sapere perché ti interessano gli Sterling?-

-Spiacente: segreto professionale.-

            Il Ragno Nero fa una capriola all’indietro proiettandosi oltre la finestra e sparendo nelle tenebre.

            Esibizionista come gli altri.

 

            Ammetto che è un azzardo ma non ho molte altre alternative. Magari il misterioso assassino ha già trovato quel che cerca e non si ripresenterà ma visto che questo è stato il teatro dei suoi due ultimi omicidi, potrebbe riprovarci. La Polizia ha avuto la stessa idea: tutte le uscite dell’edificio sono presidiate e ci sono uomini in tutto il piano occupato dallo studio legale. Solo un pazzo od un temerario potrebbe pensare di introdursi lì dentro e io di gente simile ne ho affrontata parecchia da quando sono Devil.

            Sono accucciato su un cornicione del tetto del palazzo di fronte a quello della Sharpe & Associati e aspetto. Se questi due omicidi sono legati alla scomparsa di Razor Sharpe voglio saperlo e far sputare la verità al responsabile.

            Lascio che i miei supersensi monitorino la situazione: un suono, un movimento un odore, qualunque cosa di anomalo accada io ne sarò consapevole.

            Ci siamo: c’è qualcuno in uno degli uffici.  Senza esitare balzo dal cornicione e mi lascio cadere nel vuoto.

 

4.

 

 

            L’ufficio è immerso nell’ombra ma questo non è un problema né per la Vedova Nera, appostata all’interno né per l’intruso che si sta calando da un impianto di aerazione. Un vecchio trucco ma sempre valido, pensa Natasha con un lieve sorriso.

Lascia che l’intruso sia quasi vicino a terra poi si stacca dalla parete a cui è attaccata e gli si lancia addosso. Un salto semplice ma lei sbaglia clamorosamente bersaglio e piomba a terra. Questo non può essere possibile, pensa, sconcertata, la Vedova. Evita di misura un calcio e spara un Morso di Vedova… o almeno ci prova visto che la sua arma da polso inspiegabilmente si inceppa.

Natasha si lascia sfuggire un’imprecazione.

-Ehi, questo non è un linguaggio da signore.-

            Una voce di donna… l’intruso è una donna? Beh non fa molta differenza per lei. Natasha si rimette in piedi pronta a combattere… e mette un piede in fallo.

-Ah… mi sa che sei proprio sfortunata.- la irride la sua avversaria.

            Natasha scivola di nuovo a terra ma riesce ad afferrare la caviglia della sua avversaria trascinandola con sé.

-Chi è sfortunata adesso?- chiede

            La sua nemica non risponde ma cerca di rialzarsi. Natasha le piomba addosso e la sbatte sul pavimento. Adesso ha capito con si sta battendo.

-Ti credevo solo una ladra,- le dice –Non sapevo che fossi anche un’assassina… Gatta Nera.-

            La luce della luna le illumina entrambe ed ora anche l’intrusa la riconosce.

-Ehi… tu sei la Vedova Nera.- esclama –Time out. C’è un equivoco: io sono una dei buoni e posso dimostrarlo.-

 

            Il cavo del mio bastone scatta per agganciarsi ad uno dei cornicioni di fronte a me, ma non ci arriva mai: qualcosa mi aggancia le caviglie e mi strattona. Qualcosa? Direi una ragnatela. Che ci fa l’Uomo Ragno da queste parti? Aspetta… c’è qualcosa che non va: corporatura, peso, perfino battito cardiaco e odore corrispondono ma… c’è una sottile variazione che i miei sensi riescono a percepire. Quello che mi sta venendo incontro non è Peter Parker ma il suo gemello genetico, il suo clone, che si fa chiamare Ragno Nero. La mia prima reazione è girarmi su me stesso e sferrargli un calcio a piedi uniti. Non riesce ad evitarlo abbastanza in fretta e perde la presa così cominciamo entrambi a cadere.

            Lancio il mio cavo e mi aggancio ad un cornicione e mi proietto sul vicino tetto. Lui fa altrettanto con la sua ragnatela e mi raggiunge.

-Calma.- mi dice –Non ho nessun desiderio di uno di quegli scontri vecchio stile. Saltiamolo e passiamo alla fase in cui collaboriamo.-

-Quando parli così mi ricordi Peter Parker.- ribatto.

-Lo prenderò per un complimento, Murdock.-

-E lo è… Fitzpatrick.- replico usando il suo vero nome…o almeno quello che usa al momento.

-Scusa le mie maniere brusche ma volevo impedirti di interferire col lavoro della mia socia.-

-Socia?-

-Sì, la Gatta Nera, lei…-

-Sbrigati.- gli dico –Dobbiamo raggiungere quell’ufficio prima che lei e la Vedova Nera si strappino i capelli a vicenda-

            Quando entriamo, sembra già tutto finito.

-Salve Devil.- mi saluta Natasha –Vedo che hai portato un amico con te.-

-Conosci il Ragno Nero?- le chiedo.

-Ma certo. Non ci vediamo da quell’affare del dio Ragno.[7] Tutto bene? La tua partner mi stava dicendo delle cose interessanti.-

-Per farla breve…- interviene la Gatta Nera -… la mia agenzia di investigazioni ha un contratto con lo studio Sharpe & Associati e mi hanno chiesto di occuparmi di queste intrusioni con omicidio. Pare che io e la ragnetta qui presente abbiamo avuto la stessa idea. Per fortuna ci siamo chiarite.-

-Ragnetta?- esclama la Vedova –Non provarti a ripeterlo.-

-Come sei sensibile. Il mio amico qui, il Ragno Nero si è incaricato di prendere informazioni che lo studio si è rifiutato di condividere e a me non piace non sapere le cose. Oh Devil… ma non ti senti a disagio ad essere l’unico in rosso in mezzo ad una Vedova Nera, una Gatta Nera e un Ragno Nero?-

            Emette una risatina di gola che trovo molto sexy ed ovviamente quello era l’intento.

-Non molto.- replico, poi mi rivolgo al Ragno –Cos’hai scoperto?-

-Immagino che tu non abbia parlato col tuo amico Urich ultimamente.- ribatte lui.

-Immagini giusto. Ti ha detto qualcosa?-

-Ti dice niente il nome Sterling?-

-Mi dice molto… ma gli Sterling sono morti tutti.-

-Non tutti forse… e forse il Seminatore di Morte è ancora in circolazione.-

            Ecco una notizia che non volevo sentire.

 

            In un bar della 42° Strada Dakota North fissa un bicchiere di scotch come una sensitiva scruta i fondi di caffè quando una voce alla sua destra dice:

-O ti decidi a berlo o me lo prendo io.-

            Dakota si volta di scatto decisa a dare il fatto suo al disturbatore, poi lo riconosce e sorride.

-Bob Diamond!- esclama –Che ci fai qui?-

-Quello che ci fai tu, immagino.- risponde lui –Cerco di annegare la solitudine.-

            Lei e Robert Diamond si erano conosciuti a Los Angeles quando lei era una modella e lui un attore emergente già con la fama di cambiare una donna per notte. Lei era stata una di loro… ma per un paio di notti a dire il vero. Ne era passata di acqua sotto i ponti da allora.

-Annegarla, certo.- borbotta Dakota –Credo di voler dimenticare che mi sono presa una cotta per uno che probabilmente ha un’altra per la testa.-

-Deve essere uno stupido se non ti ha ancora messo gli occhi addosso.-

            Dakota abbozza un sorriso.

-Non potrebbe anche volendo... è cieco. Scusa… sto straparlando, dev’essere l’alcool.-

-Forse sarebbe il caso che ti accompagnassi a casa.-

-Forse sarebbe il caso che mi accompagnassi… a casa tua.-

-Un invito interessante. Sei sicura che è quello che vuoi, Dakota?-

-Sono sicura di non voler rimanere qui, ti basta?-

-Ogni tuo desiderio è un ordine per me.-

            Si alzano e si allontanano insieme.

 

5.

 

 

            Negli uffici della sua agenzia di investigazioni la Gatta Nera ci riassume la situazione… o almeno quello che sa:

-Sono riuscita ad avere altre informazioni su questo Fondo Sterling grazie ad un amico. Sembra che negli ultimi anni ci siano stati diversi versamenti e prelievi quasi tutti a favore di donne. Ho rintracciato tre nomi: Elizabeth Wallace, Mary Dawes, Lisa Philips. Potrei anche citarne altri ma…-

-…ma abbiamo capito il punto.- precisa Ragno Nero –Sono sempre la stessa persona.-

-Mary Elizabeth Sterling, la scomparsa sorella del Seminatore di Morte.- dico io –Lei era la beneficiaria del fondo.-

-E pensi che possa anche aver preso il posto del fratello come Seminatore di Morte, Devil?- chiede la Gatta.

-Una sorta di trasmissione ereditaria della follia criminale?- interviene la Vedova Nera.

-Avrebbe senso.- puntualizza Ragno Nero –Ho visto la mia brava dose di vite rovinate da un malinteso senso di lealtà familiare. Harry Osborn sarebbe ancora vivo se… ma è inutile parlarne adesso. Piuttosto… che si fa? Idee?-

-Se il misterioso assassino è davvero sulle tracce degli Sterling, escluso lo studio legale, per me ci sono solo due posti o tre posti dove guardare. Ad esempio la banca degli Sterling qui a Manhattan e la villa di famiglia a Riverdale.- rispondo.

-Alla banca ci penso io.- replica la Gatta e me la posso immaginare fare un sorriso sornione –Adoro le banche… anche se preferisco le gioiellerie. Lo sapete no? I diamanti sono i migliori amici delle ragazze.-

-Non sperare che te ne regali uno.- interviene il Ragno –Non guadagno abbastanza da potermelo permettere. Io seguirò un'altra pista: l’avvocato defunto amministrava il fondo, ma ci doveva essere un agente di borsa che piazzava quel genere di investimenti. Magari è lui il prossimo bersaglio.-

-Il che lascia a noi due la villa, che te ne pare M… Devil?- mi chiede la Vedova.

-Che ci faremo un giretto nel North Bronx.- replico -Hai i biglietti della metro?-

-Ho di meglio: ho una Rolls Royce.-

-L’ideale per avvicinarsi indisturbati ad una casa da ricconi.- commenta Felicia Hardy con tono ironico.

 

            Foggy Nelson è seduto nel soggiorno dell’attico di Liz Allen e fissa lo schermo TV senza realmente guardare il programma. Liz lo raggiunge in camicia da notte.

-Mi sono svegliata e non c’eri.- dice semplicemente sedendosi accanto a lui.

-Non riuscivo a dormire.- è la risposta di Foggy –Continuo a pensare a… a Rosalind… tutte le risorse del mio ufficio non sono ancora servite a stabilire dov’è e se è ancora viva o morta. A che serve comandare sul F.B.I. e le altre polizie se non riesco nemmeno a fargli ritrovare mia madre?-

-Alla fine ci riusciranno vedrai, ne sono convinta.-

-Vorrei avere il tuo ottimismo.-

-Di questi tempi è la sola cosa che mi è rimasta… oltre mio figlio e te. Su, torna a letto: ci faremo un po’ di coccole e ci sentiremo meglio.-

-Mi… mi sembra un buon programma.- replica lui abbozzando un sorriso.

 

            Mi chiamano Ragno Nero e quando indosso questo costume nero con un grosso ragno bianco dipinto sul petto e sulla schiena sono un cosiddetto combattente del crimine. Dicono di me che sono eccessivamente violento e spietato e sapete una cosa? Hanno ragione. Non sono un cuore tenero come il mio gemello genetico, l’Uomo Ragno. Sono contento che i criminali mi temano, che siano terrorizzati da me. Ma questo non ha importanza adesso.

Sto convincendomi di aver seguito una falsa pista venendo in questo ufficio di Wall Street quando il mio senso di ragno comincia a pizzicare sempre più forte ed ecco che una figura scura esce letteralmente da una parete come una sorta di fantasma.

Salto giù dal soffitto e gli balzo davanti e non resisto a dire:

-Il Seminatore di Morte suppongo.-

         Difficile dire che cosa prova dietro quella maschera e nemmeno se quella voce spettrale appartenga ad un uomo o ad una donna. Sospetto che non ci riuscirebbero nemmeno i supersensi di Devil.

         Il mio avversario mi guarda e dice:

-Il Ragno Nero… che gradita sorpresa.-

         Ho la netta sensazione di non fargli affatto paura.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Davvero pochissime cose da dire:

1)     La storia del Seminatore di Morte è narrata nel racconto. A me rimane da dire che il personaggio è stato creato da Steve Gerber con i disegni di Bob Brown e ulteriormente sviluppato da Marv Wolfman ma ha trovato la sua fine per colpa di Roger McKenzie & Frank Miller.

2)     Mary Elizabeth Sterling è un personaggio creato per MIT da Valerio Pastore nella serie KT7. È lei a nascondersi sotto il manto del nuovo Seminatore di Morte come faceva nella serie citata o qualcun altro impersona il diabolico criminale? Temo di non poter ancora rispondere a queste domande.

3)     Per quei pochissimi che se lo chiedessero, l’avvocato Timothy Byrnes è un personaggio inventato da Tom De Falco & Ron Frenz su Amazing Spider Man #259 ed è nientemeno che l’ex cognato di Mary Jane-Watson Parker, marito della sua sorella maggiore Gayle. I due si sposarono quando lui era ancora all’università ed ebbero subito un figlio. Quando seppe che Gayle era di nuovo incinta lui non resse allo stress e semplicemente scappò senza più dare notizie di sé… almeno finché io non ho deciso di ripescarlo dal limbo. Tutto questo avveniva prima che Peter Parker venisse morso da un ragno radioattivo e Mary Jane, temporaneamente in visita alla zia Anna ne scoprisse il segreto… ma questa è un’altra storia. Ora Timothy lavora nello studio Sharpe & Associati ed è l’avvocato personale di Richard Fisk, il figlio di Kingpin. New York è una grande città e lui e Mary Jane Watson potrebbero non incontrarsi mai, ma chi può dirlo?

4)     Nota di continuity: l’apparizione di Robert Diamond è ovviamente successiva alle vicende narrate nei recenti episodi della Guardia dell’Infinito scritta dal mio burbero supervisore rossointoccabile.

Nel prossimo episodio: Ragno Nero si scontra col Seminatore di Morte, Devil e la Vedova Nera fanno uno strano incontro e molto altro ancora… ah… e non ci siamo nemmeno dimenticati di Jester.

 

 

 

Carlo



[1] Dietro le quinte di Vendicatori Segreti #18/19

[2] Patria in Russo.

[3] Riassunto stringato di eventi narrati in Daredevil Vol. 1° #39/41 (prima edizione italiana Devil, Corno, #36/38).

[4] Avvenne su in Daredevil Vol. 1° #158 (prima edizione italiana Devil, Corno, #279/280).

[5] Su Daredevil Vol. 1° #208 (prima edizione italiana Star Magazine, #5.)

[6] Ma chi ha letto KT7 #1 di Valerio Pastore s che fine ha davvero fatto Mary Elizabeth Sterling.

[7] Uomo Ragno MIT #75.